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! Brand new T-shirts !

Ladies & Gentlemen here we go!
We are happy to show you the brand new CaraibiRockers T-shirts:
The first one is about the Isle of Man Tourist Trophy, the most prestigious and dangerous road race in the world (as you can read on the tee).
From 1907, first motorcycle road race in history, every TT edition is always spectacular and exciting, like nothing on earth!
And here we have the new grey/blue colour version of the'Soul Vanquishers' model!
Order your new CaraibiRockers T-shirt before they are gone! http://www.caraibirockers.com/
Excellent quality, unique style.
Queste sono le nuovissime T-shirt CaraibiRockers!
Isle of Man Tourist Trophy, qualcosa di indescrivibile, viscerale, una gara mozzafiato, un'isola, un sogno, come niente su questa terra...
E poi abbiamo la nuova e grintosissima versione in grigio del modello Soul Vanquisher, per tutti quelli che amano il genere marinaresco old style.
Non fatevele sfuggire, ordina la tua nuova T-shirt CaraibiRockers su http://www.caraibirockers.com/

David Jefferies - IOM Tourist Trophy Hero

Inscribed on the gravestone of David Jefferies is: 'Those who risk nothing do nothing, achieve nothing, become nothing'. As the undisputed master of the most dangerous race track in the world, the Isle of Man TT course, the affable Yorkshireman risked so much and achieved such legendary status before being killed in practice for the 2003 TT. John McGuinness, another multi-winner of TT races, rated him as 'probably the most naturally talented rider in the British paddock'.

David Jefferies nasce il 18 Settembre del 1972 a Shipley nel West Yorkshire ed è l’erede di una dinastia di piloti che dura da tre generazioni e lega indissolubilmente questa famiglia al Tourist Trophy dell’Isola di Man: la più antica, affascinante e pericolosa delle competizioni nel panorama motociclistico.
David, "DJ" per gli amici, come buona parte della sua famiglia, compie il suo esordio motociclistico nel fuoristrada: all’età di 7 anni è in sella ad una moto da Trial; a 14 passa al Motocross e a 18 anni approda alla Velocità.

Nel 1996 debutta al TT dell’Isola di Man vincendo il trofeo riservato agli esordienti - Newcomer Trophy. Nel 1999 con le Yamaha R6 e R1, e il supporto del Team V&M di Jack Valentine, colleziona molte vittorie importanti come il Campionato Mondiale Super Stock a Brands Hatch, Ulster GP, Macau GP, una tripletta alla North West 200 e bissa il successo al TT con un’altra fantastica tripletta nelle classi Formula 1, Production TT e Senior TT.
Nel 2000, sempre in sella alle Yamaha della V&M, ottiene una grandiosa tripletta al TT con Production TT, Junior 600 TT e Senior TT con il record assoluto del Mountain Course di 37.73 miglia – 60.7 km – in 18:00.06.
Il 2002 è l’anno della svolta con il passaggio alla Suzuki e al Team irlandese Temple Auto Salvage capitanato da Hector e Phillip Neill ed è l’anno dell’ingresso di DJ nell’olimpo dei grandi campioni di questo magnifico sport; Vince il Campionato Inglese Superstock, la Production Race all’Ulster Gp in Irlanda e al TT dell’Isola di Man centra un’altra mitica tripletta vincendo Senior TT, Formula 1 TT e Production 1000 TT facendo segnare in tutte e tre le categorie i records assoluti sul giro e sulla distanza, inoltre abbassa per ben tre volte il già suo record assoluto sul giro portandolo a 17:47.00 a 127.29 miglia orarie di media – circa 205 km/h! Primo pilota a vincere 9 TT in tre anni.


Nel 2003 approda all’Isola di Man per il TT con i favori del pronostico e, dopo un avvio della settimana dedicata alle prove disturbato da alcuni guasti meccanici che hanno afflitto le sue moto, si presenta al via per il turno di prove pomeridiano di giovedì 29 Maggio compiendo il primo giro con partenza da fermo in 18:04.87 alla media di 125.20 miglia orarie. A pochi secondi dal suo giro record, incontrava il destino fatale in una curva all’ingresso di Crosby Village lasciando un vuoto incolmabile per i suoi colleghi, avversari e le migliaia di fans in tutto il mondo, sia per le sue grandissime doti sportive che per la sua grande umanità e simpatia.




'The Black Devil' Omobono Tenni


Tommaso Omobono Tenni (July 24, 1905 - June 30, 1948) was an Italian motorcycle road racer. Nicknamed 'The Black Devil', he was a multiple Italian Motor Cycle champion, who raced to 47 victories for Moto Guzzi from 1933 till 1948, the year he died from an accident during practice for the Swiss GP.
He was the first foreigner to victory in an Isle of Man TT race.

Tourist Trophy 1937 : '...un uomo minuto il cui nome era Tommaso (detto Omobono) Tenni, in una giornata dal clima strano, quasi spirituale, vendicò decenni di sonore sconfitte Italiche. Nonostante una caduta al primo giro e il cambio di una candela all’ultimo, Tenni macinò letteralmente tutti gli avversari, ma lo fece in un modo talmente veemente, incredibile, al limite o forse oltre, le leggi della fisica che sbigottì i compassati figli di Albione.
Frantumò il precedente record sul giro di Woods, mentre un giornalista specializzato scriveva nel suo articolo, che Omobono Tenni in tutto il perimetro del circuito, corse con una tale aggressività, che era presumibile vederlo finire a pezzi contro un ostacolo.
La blasonata rivista Motor Cycle pubblicava una foto del campione italiano ritratto durante in piega, commentando la stessa come la ‘più bella immagine di un motociclista’.
Nasceva così la leggenda di Omobono Tenni, considerato il miglior Centauro del mondo.
Tanta incredibile audacia, pagava uno scotto. Il mito subì tali e tante fratture, da portare a dire che il suo scheletro era tenuto assieme da altrettanto ferro…
Un gravissimo incidente la disse lunga sulla tempra di quell’inverosimile uomo. In allenamento sul solito Lario, uscendo come sempre in maniera folle da una curva, andò a schiantarsi contro un carro, maciullandosi orribilmente una gamba.
All’ospedale di Como decisero per una amputazione dell’arto, ma Tenni pur provando immaginabili sofferenze non perse mai conoscenza, e si oppose con grande energia all’operazione, rischiando volontariamente la cancrena.
Vinse anche quella di ‘gara’, guarì, torno a correre e a vincere.
Tanto per capire, se ancora ci fossero dei dubbi, di quale tipo d’acciaio era fatto questo Motociclista, con la M maiuscola, riporto ancora un episodio legato alla sua tempra. In un altro allenamento, in vista di una Milano - Napoli, cozzò contro un autocarro perdendo due dita di un piede.
Prima di salire sul mezzo che lo avrebbe portato all’ospedale più vicino, volle cercare e consegnare le due dita ad un compagno di allenamento, perché le portasse alla Guzzi!
Intanto il suo mito aveva raggiunto tali vette, che gli inglesi abbandonando il classico campanilismo, lo avevano soprannominato Black Devil, e il Diavolo Nero al seguente TT con la Guzzi 500, polverizzò tutti i primati, e di tutti i tempi!

Al ponte di Sulby gli spettatori si accalcavano per poter vedere quel piccolo immenso pilota, spazzolare millimetricamente, giro dopo giro, un minaccioso muro che tutti gli altri piloti, cercavano di tenere il più lontano possibile.