'The Black Devil' Omobono Tenni


Tommaso Omobono Tenni (July 24, 1905 - June 30, 1948) was an Italian motorcycle road racer. Nicknamed 'The Black Devil', he was a multiple Italian Motor Cycle champion, who raced to 47 victories for Moto Guzzi from 1933 till 1948, the year he died from an accident during practice for the Swiss GP.
He was the first foreigner to victory in an Isle of Man TT race.

Tourist Trophy 1937 : '...un uomo minuto il cui nome era Tommaso (detto Omobono) Tenni, in una giornata dal clima strano, quasi spirituale, vendicò decenni di sonore sconfitte Italiche. Nonostante una caduta al primo giro e il cambio di una candela all’ultimo, Tenni macinò letteralmente tutti gli avversari, ma lo fece in un modo talmente veemente, incredibile, al limite o forse oltre, le leggi della fisica che sbigottì i compassati figli di Albione.
Frantumò il precedente record sul giro di Woods, mentre un giornalista specializzato scriveva nel suo articolo, che Omobono Tenni in tutto il perimetro del circuito, corse con una tale aggressività, che era presumibile vederlo finire a pezzi contro un ostacolo.
La blasonata rivista Motor Cycle pubblicava una foto del campione italiano ritratto durante in piega, commentando la stessa come la ‘più bella immagine di un motociclista’.
Nasceva così la leggenda di Omobono Tenni, considerato il miglior Centauro del mondo.
Tanta incredibile audacia, pagava uno scotto. Il mito subì tali e tante fratture, da portare a dire che il suo scheletro era tenuto assieme da altrettanto ferro…
Un gravissimo incidente la disse lunga sulla tempra di quell’inverosimile uomo. In allenamento sul solito Lario, uscendo come sempre in maniera folle da una curva, andò a schiantarsi contro un carro, maciullandosi orribilmente una gamba.
All’ospedale di Como decisero per una amputazione dell’arto, ma Tenni pur provando immaginabili sofferenze non perse mai conoscenza, e si oppose con grande energia all’operazione, rischiando volontariamente la cancrena.
Vinse anche quella di ‘gara’, guarì, torno a correre e a vincere.
Tanto per capire, se ancora ci fossero dei dubbi, di quale tipo d’acciaio era fatto questo Motociclista, con la M maiuscola, riporto ancora un episodio legato alla sua tempra. In un altro allenamento, in vista di una Milano - Napoli, cozzò contro un autocarro perdendo due dita di un piede.
Prima di salire sul mezzo che lo avrebbe portato all’ospedale più vicino, volle cercare e consegnare le due dita ad un compagno di allenamento, perché le portasse alla Guzzi!
Intanto il suo mito aveva raggiunto tali vette, che gli inglesi abbandonando il classico campanilismo, lo avevano soprannominato Black Devil, e il Diavolo Nero al seguente TT con la Guzzi 500, polverizzò tutti i primati, e di tutti i tempi!

Al ponte di Sulby gli spettatori si accalcavano per poter vedere quel piccolo immenso pilota, spazzolare millimetricamente, giro dopo giro, un minaccioso muro che tutti gli altri piloti, cercavano di tenere il più lontano possibile.